Origine e Storia della Cera d’Api
La cera d’api è uno dei materiali naturali più antichi utilizzati dall’uomo come protettivo, impermeabilizzante e lucidante. Le prime testimonianze del suo impiego risalgono a civiltà antiche del bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente, dove la cera veniva applicata su legno, pietra, intonaci a calce e superfici artistiche per proteggerle dall’umidità e migliorarne l’aspetto estetico.
Già nell’Antico Egitto (III millennio a.C.) la cera d’api era utilizzata come rivestimento protettivo per statue, sarcofagi e superfici decorate, grazie alla sua capacità di creare una barriera idrorepellente traspirante. Tracce documentate del suo uso sono state ritrovate in manufatti conservati in ambienti estremamente umidi, a conferma della sua efficacia nel tempo.
Nel mondo greco e romano, la cera d’api veniva impiegata sia nelle tecniche pittoriche (encausto) sia come finitura protettiva per intonaci e superfici architettoniche, spesso miscelata con oli naturali. Vitruvio, nel De Architectura (I secolo a.C.), descrive l’uso di cere e oli per proteggere le superfici murarie dall’umidità e dall’usura.

Come si Presenta la Cera d’Api Pura in Scaglie
Nel contesto nordafricano e marocchino, la cera d’api non appartiene alla tecnica originaria del Tadelakt, ma è storicamente presente come materiale di finitura e manutenzione per superfici minerali, legni e oggetti d’uso. La sua applicazione sulle superfici in calce è una pratica evolutiva, introdotta in epoche più recenti per aumentare la resistenza all’acqua e la profondità della lucidità, soprattutto in contesti abitativi moderni.
A differenza dei protettivi sintetici contemporanei, la cera d’api agisce in modo fisico e non filmogeno: penetra superficialmente nei pori della calce, riduce l’assorbimento dell’acqua e al tempo stesso mantiene la traspirabilità del supporto. Questa caratteristica ha reso la cera uno dei materiali più utilizzati nel restauro conservativo di superfici storiche in calce, affreschi e stucchi, dove la compatibilità chimica è un requisito fondamentale.
Composizione della Cera d’Api
La cera d’api è una sostanza naturale prodotta dalle api operaie (Apis mellifera) attraverso specifiche ghiandole ceripare situate nell’addome. Dal punto di vista chimico, non si tratta di un materiale semplice, ma di una miscela complessa e altamente stabile, caratteristica che ne spiega l’uso millenario sia in ambito artigianale che conservativo. La composizione media della cera d’api è costituita da:
- Esteri di acidi grassi e alcoli a lunga catena (circa 70–75%)
Sono la componente principale e responsabile della plasticità, della lucentezza e della capacità della cera di formare un film protettivo continuo sulle superfici minerali come la calce. - Acidi grassi liberi (circa 12–15%), tra cui acido palmitico, oleico e cerotico
Questi contribuiscono alla leggera idrorepellenza e alla compatibilità chimica con superfici alcaline come il Tadelakt. - Idrocarburi lineari (circa 12–16%)
Conferiscono stabilità nel tempo, resistenza all’ossidazione e una lenta degradazione naturale, motivo per cui la cera d’api può rimanere efficace sulle superfici per anni. - Componenti minori (resine naturali, pigmenti, propoli in tracce)
Questi elementi variano in base all’origine geografica e floreale e contribuiscono alle leggere differenze cromatiche e olfattive della cera.
Dal punto di vista fisico, la cera d’api ha un punto di fusione compreso tra 61 e 65 °C, caratteristica che la rende facilmente lavorabile a caldo o disciolta in solventi naturali (come i terpeni agrumati) per applicazioni su superfici murarie. Una volta applicata e raffreddata, forma una pellicola traspirante ma idrorepellente, che non sigilla completamente il supporto.

Produzione della Cera d’Api Naturale
È importante sottolineare che la cera d’api non sostituisce il sapone nero, che resta l’elemento chiave dell’impermeabilità del Tadelakt, ma agisce come protezione supplementare e di finitura, soprattutto in contesti moderni dove si richiede una maggiore resistenza all’acqua e allo sporco.
Compatibilità Della Cera d’Api con il Tadelakt
La cera d’api è uno dei materiali naturali più compatibili con il Tadelakt, sia dal punto di vista chimico sia dal punto di vista fisico. Questa compatibilità deriva dal fatto che entrambi i materiali condividono una natura minerale–organica semplice, priva di additivi sintetici o film plastici, e lavorano in modo complementare sulla superficie.
Il Tadelakt, una volta completato il ciclo tradizionale di lucidatura con pietra e sapone nero, presenta una superficie compatta ma microporosa, impermeabile all’acqua superficiale ma ancora capace di traspirare. La cera d’api non chiude questi pori in modo aggressivo: si deposita negli strati più superficiali, creando una protezione idrorepellente aggiuntiva senza compromettere la traspirabilità della calce.

Al Passaggio della Cera la superficie del Tadelakt rivela le sue venature
Dal punto di vista chimico, la cera d’api è inerte nei confronti del carbonato di calcio che costituisce la struttura finale del Tadelakt. Non reagisce con la calce, non ne altera la carbonatazione e non genera sali o sottoprodotti indesiderati. Questo la rende adatta anche per superfici già mature, motivo per cui viene tradizionalmente applicata a distanza di 10–15 giorni dalla fine della lavorazione, quando il Tadelakt ha completato la fase principale di presa e consolidamento.
Dal punto di vista estetico, la cera d’api esalta le qualità già presenti del Tadelakt: aumenta leggermente la lucentezza, rende il colore più profondo e uniforme e migliora la sensazione tattile, senza trasformare la superficie in qualcosa di artificiale. Per questo motivo viene considerata una buona pratica contemporanea, pur non facendo parte della tecnica antica originaria.
Una Pratica Contemporanea che Rispetta la Tradizione
L’utilizzo della cera d’api come protezione finale del Tadelakt rappresenta una pratica contemporanea consapevole, che non altera la natura del materiale ma ne accompagna l’evoluzione nel tempo. Pur non facendo parte della tecnica antica originaria, la cera d’api si è dimostrata perfettamente compatibile con la calce di Marrakech, grazie alla sua composizione naturale e alla capacità di lavorare in sinergia con una superficie già resa impermeabile dal sapone nero.
In questo senso, la cera d’api non va intesa come un correttivo o una necessità tecnica, ma come una scelta di cura e manutenzione evoluta, adatta a contesti in cui si desidera prolungare nel tempo la bellezza e la funzionalità del Tadelakt. Una soluzione naturale, reversibile e coerente con la filosofia di questo materiale: lasciare che la materia viva, proteggerla senza forzarla, accompagnarla nel tempo senza snaturarla.



