Lucidatura tadelakt

Preparazione e applicazione dello strato di cera protettivo

Per rinforzare l’effetto protettivo e idrorepellente del sapone nero è possibile applicare una miscela di cere naturali sciolte in un solvente. Questo tipo di protezione non fa parte della tradizione marocchina: anticamente, in Marocco si utilizzavano altri metodi (ad esempio l’uovo) per ottenere un effetto protettivo simile. Tuttavia questi metodi non sono altrettanto efficaci, tanto che, nonostante non faccia parte della tecnica tradizionale, attualmente l’uso della cera si è diffuso anche tra gli artigiani marocchini per la protezione di bagni, fontane e simili.

Lo strato di cera aumenta la protezione delle superfici a fattori esterni come il lavaggio, ma ne diminuisce la traspirabilità. Pertanto si consiglia di applicarla solo dove sia strettamente necessario (docce, vasche, lavandini, pavimenti, ecc.), tralasciando le superfici della casa meno esposte all’acqua. In Marocco, a causa delle alte temperature, nelle case con intonaci nuovi si possono trovare intere stanze realizzate in Tadelakt con il solo strato protettivo di sapone nero, in modo che le pareti risultino più traspiranti e gli ambienti più confortevoli.

 

Quali sono i tipi di cera che compongono la miscela?

  •  Cera d'api naturale.

    Cera d’api naturale.

    Cera d’api
    Le api producono la cera in forma liquida tramite le ghiandole ciripare. A contatto con l’aria, questa sostanza si solidifica sotto forma di piccole scaglie e successivamente le api la modellano per costruire i loro favi e appositi “tappi” (opercoli), che servono a sigillare le celle di covata.

    Per permettere l’estrazione dal favo, la cera deve essere fusa. Questo procedimento può avvenire in diversi modi: bollitura, fusione a bagnomaria o scioglimento a vapore. Nelle zone a clima caldo si utilizza la sceratrice solare: si tratta di una cassa ricoperta di vetro con all’interno una superficie in pendenza.

    La cera viene collocata su questa superficie, si scioglie per mezzo dei raggi solari e cola in un’apposita vaschetta sottostante. La cera d’opercolo è impiegata nella cosmesi e per la produzione di fogli cerei, mentre quella estratta dal favo viene utilizzata per le candele e i prodotti per la lucidatura.

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  • Cera carnauba

    Cera carnauba

    Cera di carnauba
    La cera di carnauba è un prodotto naturale molto pregiato, interamente vegetale che aumenta la durezza, la resistenza e la brillantezza del nostro strato protettivo. Questo tipo di cera si ricava dalle foglie della Copernicia prunifera, una palma tipica della regione nord-est del Brasile.

    Le foglie e i germogli di questa pianta sono coperti da uno strato di cera, che li protegge dal sole e da un’eccessiva esposizione all’acqua nella stagione delle piogge. Il procedimento per l’estrazione della cera è solitamente eseguito da un gruppo di cinque persone: un caposquadra chiamato “vareiro” e quattro aiutanti.
    Le foglie vengono raccolte durante la stagione arida. Completata la raccolta, le più mature sono separate dalle nuove, perché a seconda dell’età della foglia la cera prodotta presenta caratteristiche differenti. Successivamente vengono fatte seccare al sole e battute per rimuovere la cera: la polvere così ricavata viene riposta in sacchi di cotone. Per darle una consistenza più solida, si fa bollire in acqua per poi farla solidificare in modo che assuma il classico formato a scaglie.

    I possibili utilizzi della cera di carnauba sono numerosissimi: trova largo impiego nei prodotti per lucidare mobili e pavimenti, ma anche nella cera per automobili e nel lucido da scarpe. Viene usata anche nell’industria alimentare per il rivestimento di prodotti di confetteria, snack, piccola pasticceria e caffè in grani. I produttori di cosmetici la usano soprattutto come ingrediente di rossetti e saponi solidi, per il suo effetto lucidante e addensante. Infine, l’industria farmaceutica la utilizza per produrre il rivestimento di alcune compresse.

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Preparazione

Occorrente per la prima mano:

  • 1 lt di solvente naturale (limonene o essenza di trementina)
  • 60 g di cera d’api
  • 15 g di cera di carnauba (circa il 20%)

Occorrente per la seconda mano:

  • 1 lt di solvente
  • 120 gr di cera d’api
  • 30  gr di cera di carnauba

Per conferire una maggiore resistenza e brillantezza si può utilizzare il seguente dosaggio:

  • 1 lt di solvente naturale  (limonene o essenza di trementina)
  • 120 g di cera d’api
  • 80 g di cera di carnauba
Aggiungere il solvente

Aggiungere il solvente

Per preparare la miscela occorre usare un fornello elettrico, sciogliendo la cera direttamente in pentola. Un altro possibile metodo è la cottura a bagnomaria: consiste nel mettere sul fuoco un pentolino pieno d’acqua, portarla a bollore e sovrapporvi un pentolino o un recipiente più piccolo contenente la cera da sciogliere. Se si ha abbastanza tempo, si consiglia la procedura a bagnomaria: essendo più lenta, consente un maggior controllo.

Usare sempre i guanti protettivi e la mascherina. Quest’operazione andrebbe svolta possibilmente all’aperto; se questo non fosse possibile, assicurarsi di farlo in un locale ben arieggiato. Non usare MAI un fornello a gas, perché il solvente potrebbe prendere fuoco. La pentola deve poter contenere almeno il doppio del volume della cera, in modo che la miscela non fuoriesca durante la preparazione.

 

 

Due dei possibili metodi per sciogliere la cera sono:

Il temometro per misurare la temperatura

Il temometro per misurare la temperatura

1. Mettere la cera d’api ridotta a pezzetti, la cera di carnauba e il solvente nella pentola. Scaldare fino a una temperatura di 95° C, utilizzando un termometro con sonda. A questo punto togliere la pentola dal fuoco e mescolarla bene. Questo metodo si può usare solo se si possiede un termometro.

2. Mettere i due tipi di cera nella pentola e scaldare a temperatura molto bassa.
Attendere finché la cera di carnauba non si sarà fusa (82°). (foto) La cera di carnauba si scioglierà per prima perché costituita da scaglie piccole che si sciolgono sul fondo.
Una volta sciolta la cera, toglierla momentaneamente dal fornello e aggiungere il solvente, facendo molta attenzione a non sporcare la parte esterna della pentola.
Rimetterla sul fornello e scaldarla finché la cera d’api non è completamente sciolta (circa 95°). A questo punto, spegnere subito il fornello. È importante non superare i 100°.

Quando la soluzione sarà pronta, lasciarla intiepidire un poco; per ottenere un risultato ottimale, bisogna applicarla prima che si raffreddi e si indurisca. Se la temperatura dovesse abbassarsi troppo basterà riscaldarla per un paio di minuti. Un metodo ottimale sarebbe servirsi di un fornelletto portatile per mantenerla sempre tiepida.

Si consiglia di preparare la miscela in anticipo, conservarla e riscaldarla all’occorrenza per non doverla preparare sul posto.

Applicazione

Prima di passare la cera protettiva occorre aspettare almeno 20-25 giorni dopo l’applicazione del sapone nero, in modo da permettere la carbonatazione dello strato più esterno: la calce assorbe anidride carbonica dando origine al carbonato di calcio; in questo modo la superficie diventa più resistente e compatta. Inoltre, durante questo lasso di tempo potrebbero formarsi alcune micro fessure, dovute all’assestamento del materiale, che andranno poi sigillate con la prima mano di cera.

Evitare di applicarla su pareti soggette a umidità di risalita, poiché la traspirabilità ridotta aumenterebbe l’umidità nelle murature e porterebbe alla formazione di macchie.

Applicazione cera con spugna ruvida

Applicazione cera con spugna ruvida

La cera va applicata molto accuratamente con una spugna molto rigida (ad esempio una spugna da cucina), in modo uniforme e nelle dosi giuste, per non compromettere l’esito del lavoro. Il metodo corretto è distribuirla con un movimento circolare concentrico, che si allarghi progressivamente verso l’esterno. Prestare particolare attenzione a non lasciare striature, che rimarrebbero ben visibili in controluce. Ogni mano deve essere il più uniforme possibile: gli accumuli di cera in eccesso causerebbero la formazione di antiestetiche macchie sulla superficie. In questo caso sarà necessario rimuovere l’eccedenza di cera, utilizzando una paglietta fine in acciaio.

La prima mano di cera, molto liquida, che serve anche per sigillare eventuali micro fessure, si può applicare con un pennello e subito dopo usare la spugna per distribuirla. Bisogna insistere fino a sigillare ogni fessura presente: se alcune risultano più profonde, si consiglia di riempirle aiutandosi con una siringa.
Per le pareti è sufficiente applicare prima e seconda mano di materiale, ma per docce, vasche e lavandini sono necessarie 3-4 mani della miscela meno liquida. Una volta completata una mano, è importante aspettare che si sia completamente asciugata prima di passare alla successiva.

In alcuni casi, la prima mano dello strato protettivo potrebbe esaltare le micro fessure. Ciò dipende principalmente dal tipo e dal colore della cera d’api utilizzata. È buona norma fare delle prove prima dell’applicazione vera e propria, specialmente se si fa uso di una cera molto scura (per es. cera di castagno). Per ovviare al problema si può usare la cera chiarificata, anche solo per la prima mano. Attenzione però a non confonderla con la cera sintetica. (foto)

Per mantenere la protezione e la brillantezza costanti occorre applicare una nuova mano di cera ogni tanto, quando la superficie da lucida inizia a diventare opaca. La frequenza dipende dall’uso: per bagni, vasche e docce sarà necessaria una manutenzione più frequente.

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