Quando si vuole parlare di Tadelakt, non si può tralasciare la città che nel corso dei secoli ne è diventata la capitale, la culla artistica e il punto di riferimento: Marrakech.
Questa affascinante città rappresenta senza dubbio una pietra particolarmente preziosa in quell’esotico gioiello che è il Marocco. La sua è una storia burrascosa, ricca delle influenze delle diverse dinastie che hanno avuto l’onore di governarla.
La storia del tadelakt, fermamente intrecciata con quella della città, è un racconto affascinante di cui rimangono le tracce nella sua architettura. I cinque edifici in questo articolo sono un esempio delle tracce profonde che questa antica tecnica ha lasciato a Marrakech nel corso del tempo.
1- Palazzo El Badi
Uno dei periodi di maggior splendore per la città arrivò nel XVI secolo con la dinastia sadiana. La capitale del Marocco venne spostata da Fes a Marrakech, che fu adornata di nuovi, splendidi edifici. A questo periodo risalgono i primi esempi di tadelakt antico arrivati fino a noi. Uno di questi è il palazzo El Badi, costruito sul modello dell’Alhambra di Granada. Proprio in questo palazzo si può trovare ancora oggi una testimonianza storica del tadelakt di quel periodo. Gli interni del palazzo sono ormai delle rovine archeologiche, ma vi si possono ancora trovare superfici in tadelakt, abbinate a meravigliosi pavimenti in zellige, il caratteristico mosaico di tradizione berbera.
2- Tombe Sadiane
Altro grande monumento dell’epoca sono le tombe sadiane. Costruito inizialmente come singola tomba per il fondatore della dinastia sadiana, Mohammed ash-Sheikh, col passare delle generazioni divenne uno dei mausolei più eminenti mai edificati, dove ancora oggi riposano le spoglie dei sovrani e di molti dignitari di corte. Sui muri esterni è ancora possibile vedere e toccare con mano l’antico intonaco in tadelakt del colore più caratteristico della città: il rosso Marrakech.
Questa particolare tonalità di rosso è una caratteristica unica, propria dell’architettura della città. Secondo la tradizione degli artigiani marocchini, lo si ottiene mescolando rosso e, in quantità minore, giallo. Il risultato dovrebbe essere un rosso caldo, solo lievemente aranciato. Tuttavia, non esiste una regola precisa che ne determini le proporzioni. Per questo, ogni casa decorata con questo rosso è leggermente diversa dalle altre. È proprio questa colorazione, omogenea ma non omologata, che fa risaltare la bellezza della città vecchia e ha conferito a Marrakech il suo soprannome più famoso: la città rossa.
3- Moschea Bab Doukkala
Sempre del XVI secolo è la moschea Bab Doukkala, una della più importanti dell’epoca. Fu costruita per volere di Lalla Messaouda, madre di due sultani della dinastia sadiana e grande promotrice delle arti e della letteratura. La moschea fu costruita come parte di un complesso architettonico che comprendeva anche una scuola coranica, una biblioteca e un hammam, ancora oggi accessibile e dotato di pavimenti riscaldati in tadelakt.
4- Palazzo El Bahia
Lo splendido palazzo El Bahia è un magnifico esempio di architettura della dinastia Alawite, succeduta alla dinastia sadiana. Fu costruito nella seconda metà del XIX secolo per volontà di Si Musa, uno schiavo liberato che si era fatto strada alla corte del sultano Muhammad IV fino a diventarne il Gran Visir. Successivamente divenne la dimora del figlio Bou Ahmed, che governò il Marocco in qualità di reggente dal 1894 al 1900. L’architettura di questo palazzo è a dir poco mozzafiato: le pareti in tadelakt si combinano perfettamente con i soffitti in legno di cedro dipinti a colori vivaci, con i bellissimi pavimenti in zellige, le fontane interne e gli archi che fanno entrare moltissima luce.
5- Jardin Majorelle
A vederlo, il Jardin Majorelle sembra un luogo fatato de “Le Mille e una Notte”, una magnifica oasi di pace situata al di fuori della medina. Costruito negli anni 20 dal pittore francese Jacques Majorelle, nel 1980 divenne la residenza di Yves Saint-Laurent e del suo compagno Pierre Bergé. La coppia visitava molto spesso Marrakech e, avendo sentito che la tenuta stava per essere demolita, la acquistarono e la ristrutturarono. Oggi è diventata un giardino botanico aperto ai visitatori. All’interno della proprietà si trovano anche un’esposizione di dipinti originali di Majorelle e un museo di arte islamica. È un posto magico, in cui il blu Cina della casa principale e delle fontane (colore prediletto da Majorelle) si abbina al rosso dei viali in tadelakt, che si perdono poi tra le piante.
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